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ISTERIE e IPOCRISIE DEL MINISTRO BRUNETTA

Sono anni che l’agitatissimo, ora Ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta (lo spacciano per economista, chissà perché) tuona contro i lauti stipendi degli addetti alla P.A., gli sprechi eccetera. Da lui e dai suoi alleati di governo, con buone sponde anche dall’altra parte della (finta) barricata, di scempiaggini sul servizio pubblico ne abbiamo sentite e ne sentiremo. Parlano, tutti assieme, di giorni di assenza e di stipendi altissimi dei dipendenti pubblici. O non sanno di cosa parlano o sono in palese malafede, accompagnati dai guaiti di consenso dei loro servetti simil-giornalisti tanto di carta stampata che di televisione sempre pronti a tuonare contro i lavoratori di turno, salvo piangere lacrime di coccodrillo quando qualcuno di questi muore sul posto di lavoro. Eh, sì, perché nel gruppone dei dipendenti pubblici figurano, oltre a impiegati, operai, facchini, autisti, insegnanti, infermieri e medici anche pompieri e poliziotti. Tutti, invariabilmente, afflitti da retribuzioni ridicole e simili al settore privato. Infatti, mediamente, si informi l’isterico mini-ministro, al quinto-sesto livello della P.A., corrisponde la retribuzione di un operaio del settore privato, la mirabolante somma di 1100 euro netti mensili. Entrambi, con il sistema contributivo, prenderanno una pensione di massimo 600 euro mensili quando, dopo i fatidici 40 anni di servizio (se sopravvivono), impareranno la vera indigenza. Questi sono i grandi livelli retributivi di cui straparla Brunetta, e la verità è, insomma, che se vuoi vivere degnamente devi raggiungere almeno la dirigenza.

Ma, dice Brunetta, questi lavoratori si assentano troppo. Ora, a parte che la sua maggioranza ha dimostrato un clamoroso assenteismo proprio l’altro ieri, mentre si votava l’ennesimo favore al “suo” capo e amico Berlusconi (la questione Rete 4), i famosi 30 gg di assenza annui, senza considerare le ferie, sono la più grossa e dimostrabile balla che ci stanno raccontando. Basterebbe informarsi sulle leggi, ripeto. Se Brunetta vuole, posso fargli da consulente in modo da evitargli queste figure da incompetente nato. Ad esempio, ai lavoratori, pubblici e privati, che siano in possesso dei requisiti previsti, spettano gg 36 annui di permesso retribuito per la legge 104/92; spettano anche le assenze retribuite in caso di maternità/paternità; oltre a tre gg di permesso per cause gravi o i 4 gg per l’assistenza ai familiari malati che la legge Turco concede in aggiunta… E allora? Sono o non sono diritti stabiliti da leggi e contratti, caro Brunetta? Di quale assenteismo parli? I privati si assentano meno? Ti viene in mente che, grazie alle leggi degli ultimi anni, che hanno eletto il precariato come regola, molti dipendenti privati sono meno garantiti e quindi più ricattabili? Come, del resto, la quota di precari della P.A. che lavorano come i colleghi più fortunati ma guadagnano la metà e hanno meno diritti.

L’unico effetto, e ciò è veramente scandaloso, che ha sortito la ridicola crociata lanciata dall’ineffabile ministro è stato attirare l’attenzione sul falso problema dei pubblici (che, lo ricordo ancora al Ministro, è dal 1957 che se non lavorano è possibilissimo licenziare) e far scomparire d’incanto dalle pagine dei giornali il dramma delle morti sul lavoro dei privati. Invece di estendere i diritti a questi ultimi ed evitare la strage quotidiana che si compie ai loro danni, è meglio tuonare contro i più tutelati addetti alla P.A., costa meno, e comunque è una carta da far valere sul tavolo del rinnovo contrattuale, in ritardo di due anni. La politica italiana è questa, e, per quanto mi riguarda, penso che la stessa crociata avrebbe lanciato il campione dell’altro schieramento, il professor Ichino, se a vincere fosse stato il PD.

Che i veri mali della P.A. siano una dirigenza generalmente di provenienza politica o sindacale, le dispendiosissime consulenze esterne, il groviglio delle leggi votate da Brunetta e colleghi politici, e soprattutto la mancanza di investimenti nella cosa pubblica, i continui tagli a Sanità, Ricerca, e ministeri vari, nessuno ne parla, tantomeno i sindacati. I quali, ennesimo male aggiunto, da quando hanno ricevuto il regalone dell’assistenza fiscale, considerano forse la tutela dei lavoratori come l’ultimo dei loro compiti. State bene così e buon lavoro. 

Migrazioni o Invasioni?

Lo scrittore e poeta Raimondo Loriga, gentile lettore di questo blog (il suo blog: http://ilquintosole.myblog.it) mi chiede, nel commento dedicato ad un altro post, un parere sui provvedimenti che il nuovo governo intende prendere a riguardo dell’immigrazione clandestina… Argomento spinoso che comunque merita una risposta ponderata.

Gli analisti politici pensano, probabilmente a ragione, che tra i motivi che hanno deciso la vittoria elettorale del Popolo della Libertà, vi sia soprattutto l’insicurezza generata nelle popolazioni sia urbane che residenti in zone meno densamente popolate, dalla criminalità e dal contatto con l’emigrazione proveniente da molteplici regioni del nostro pianeta. I politici promettono ora fermezza e misure straordinarie contro l’immigrazione ed emigrazione clandestina e la micro-criminalità in genere.  A mio avviso è come cercare di fermare l’alta marea con un bicchiere. Vi spiego perché tali proclami, così come cavalcare i timori e le proteste popolari, portano parecchi voti, appunto di protesta, ma servono a poco per quanto attiene alla risoluzioni di problemi comunque reali.

Da quando esistono società organizzate stanziali, esiste anche il fenomeno della migrazione. Ricordiamo intanto che di immigrazione si parla quando un individuo si sposta all’interno di un territorio e di emigrazione quando un individuo si sposta in un luogo del tutto diverso, un altro paese, un altro continente; e che tali fenomeni sono stati sempre presenti nella storia dell’Uomo, al punto tale che già ai tempi dell’Impero Romano le stranote invasioni barbariche erano nient’altro che grandi masse di popolazione che si muoveva attratta certamente da territori migliori, bottini, conquiste e che comunque non tollerava la divisione in confini che i Romani e le altre civiltà evolute aevano stabilito.

Alcuni storici arrivano a comprendere tra le varie ragioni che portarono al declino e alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, oltre ad una inflazione titanica, anche le invasioni barbariche, quindi le emigrazioni dell’epoca. Le quali, una volta divenute organizzazioni territoriali stanziali, con la benedizione della Chiesa o meno, fondarono nuovi stati cercando di proseguire quella civiltà contro la quale avevano combattuto e vinto, ovviamente adattandola ai loro costumi e bisogni. Per gli stessi motivi nacque il Sacro Romano Impero che fu poi la barriera più efficace contro un’altra invasione, stavola caratterizzata da una diversa religione: Saraceni e Arabi da allora diventarono il primo problema dell’Occidente, cristiano o no. Ma non sono un esperto di storia e non voglio rubare il mestiere a nessuno. Voglio solo sottolineare che quel che a noi appare un’emergenza relativamente nuova e urgente è in realtà storia vecchia, trita e ritrita.

Ora, non è detto che problemi antichi non possano generare crisi attuali e drammatiche. Se tutti gli attuali cittadini romani si spostassero a Napoli, facendosi strada tra i cumuli di immondizia, renderebbero il capoluogo etneo inabitabile: è ovvio che dove vivono tre milioni di abitanti non ci sia spazio, cibo, e strutture abitative per altri quattro milioni. Nel caso nostro, assistiamo a un esercito di braccianti agricoli, lavoratori domestici, operai che da altre regioni del pianeta vengono a cercare lavoro in Italia… insieme a una buona quota di criminali e prostitute, inutile negarlo. Su questi ultimi si concentra la protesta popolare, coinvolgendo anche il nomadismo, altra vecchia questione. E’ indubbio che se tutti i migranti fossero bravi, buoni, belli e operosi, probabilmente le Destre dovrebbero cercare altrove i loro argomenti elettorali. E invece alcuni reati (la minoranza) particolarmente invisi alla cittadinanza vengono compiuti anche da migranti stranieri, specialmente extracomunitari ma anche Romeni che extracomunitari non sono più.

Evidente a tutti che la legge Bossi-Fini non ha risolto il problema, in realtà ci dibattiamo tra la necessità di operatori in certi settori, specie l’assistenza familiare, ma anche braccia a buon mercato per i campi e per imprenditori spesso di pochi scrupoli…  e la riprovazione per gli scippi, i furti nelle ville, lo spaccio, la prostituzione eccetera, pr non parlare di una certa invadenza di matrice cinese…La clandestinità rende inoltre i migranti più ricattabili e facili prede della criminalità organizzata.  I lavori irregolari sono altro humus che attrae solo lavoratori clandestini e chi li sfrutta. E allora cosa fare?

Non voglio fare discorsi squisitamente politici ma cerco di provare a ragionare in termini estremamente pragmatici, con l’esperienza di chi vive e lavora in una grande città e soprattutto ricordando gli insegnamenti della Storia che dovrebbe essere maestra di vita oltreché materia preferita dai nostri studenti, insieme alla cosiddetta educazione civica che io chiamerei educazione costituzionale. Innanzitutto, smettiamola di commerciare armi ed esportare la democrazia (siamo alleati degli USA o sbaglio?) a suon di bombe. La gente fugge da casa sua se non ha acqua, cibo o se vede solo sopraffazione e violenza. Piantiamola di permettere che le nostre scorie (altro che nucleare, razza di ignoranti beoti!) industriali vengano esportate nel Terzo Mondo, avvelenando ulteriormente quei territori.

Ogni Paese civilizzato e industrialemte sviluppato dovrebbe “adottare” un Paese del Terzo Mondo, costruendo letteralmente il suo sviluppo,  condonando il debito pubblico, ospitando ragazzi in età scolare, studenti universitari e regalando tecnologia in ogni settore vitale, dall’agricoltura alla medicina. Che so io, l’Italia potrebbe occuparsi del Bangladesh… Lì almeno non abbiamo mai mandato uomini in armi… E senza, per carità divina, pensare di dover insegnare il nostro stile di vita o la nostra religione per forza… o daremo spunti a quanti devono vendere fanatismo religioso.

Qui da noi per combattere efficacemente la clandestinità non dobbiamo creare un nuovo reato, basta cancellare la clandestinità stessa, abolendo gli inutili permessi di soggiorno e istituendo la garanzia di soggiornare in Italia per tutti purchè ovviamente si abbia un documento valido e in mancanza si possa richiederlo nella maniera più facile e gratuita possibile. Come sanno bene gli operatori sanitari, a nessun pronto soccorso viene in mente di richiedere il permesso di soggiorno ad un malato extracomunitario… altrimenti non potremmo tenere sotto controllo eventuali epidemie o comunque malattie importate dall’estero.

Le comunità straniere, diversissime tra loro, devono avere rappresentanti liberamente eletti al loro interno che, riuniti in una Consulta nazionale, possano dialogare con le nostre autorità. Tutti riceveranno il massimo dell’assistenza possibile in cambio dell’assoluto rispetto delle nostre leggi,  del resto sempre più inserite nel contesto europeo. Sarà loro interesse isolare e denunciare i veri criminali. E’ ovvio che la permanenza in Italia dev’ essere condizionata dall’adesione alla nostra idea di legalità e di vivere civile. In questo modo si combatte la criminalità, il lavoro nero, lo sfruttamento e la prostituzione peggiore, cioè quella derivante dalla schiavitù femminile. Se l’Italia, invece di attirarsi l’odio di determinate etnie appoggiando le invasioni di altri Paesi, con la scusa delle missioni di pace (se ricevessimo a casa nostra, dopo i bombardamenti e l’occupazione straniera, altre truppe armate che vengono a prometterci pace, come reagiremmo?) si farà parte attiva nel proporre il modello che io modestamente raccomando, credo che la situazione migliorerà in tutto il mondo.

So bene che ciò non accadrà. Le buone idee non mancano e certamente persone di buon senso e maggiori responsabilità del sottoscritto potrebbero pensare e fare molto meglio. Ma gli interessi di chi commercia armi, il volere degli sfruttatori dei popoli, i bisogni dei padroni dei mercati che usufruiscono vantaggiosamente di forti dislivelli tra zone ricche e depresse del pianeta per i loro traffici, e in generale le politiche internazionali fatte ad uso e consumo dei forti e non dei giusti, faranno in modo che le migrazioni dei popoli continueranno ad essere un problema e non diventeranno mai  una risorsa e tantomeno ne combatteranno efficacemente i motivi scatenanti. Questo è il mio pensiero. Attendo il vostro.

Doverosa segnalazione

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Ennesimo scandalo all’italiana. Riporto dal blog di Beppe Grillo:
Fede costa agli italiani 350.000 euro al giorno. Dal primo gennaio 2006, con effetto retroattivo. La Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia a una multa di circa 130 milioni di euro all’anno se Rete 4 non cederà a Europa 7 le frequenze che Testa d’Asfalto ha in concessione dallo Stato. Per l’Europa l’assegnazione delle frequenze in Italia non rispetta la libera prestazione dei servizi e non ha criteri di selezione obiettivi.
Questi signori avete votato, o Italiani, consolatevi se potete.

Denunce dei redditi sul web: confessioni di un proletario.

A proposito della pubblicazione dei dati fiscali di tutti noi Italiani sul sito dell’Agenzia delle Entrate, quasi subito bloccata dal Garante della Privacy, stavolta in quel “quasi” c’è tutto il sublime della Rete. Eh, sì, perché qualcuno ha fatto in tempo a copiare i dati così esposti e a diffonderli tramite le reti di condivisione file dette anche peer to peer.  E’ un po’ come se esponessero alcune foto intime di noi tutti. Chissà quanto ammiratori potremmo collezionare, altro che privacy. Stavolta l’intento esibizionista è stato bloccato, anche se non tempestivamente, dal Garante suddetto. Mi chiedo, se le dichiarazioni dei redditi sono previste per legge, perchè non possano essere pubblicate. Dove inizia la riservatezza e dove la libertà di conoscere i dati altrui è arduo distinguere e capire, talvolta, e questa vicenda lo conferma in pieno. Voglio esporvi il mio dramma: ricordato che sono il classico “signor Nessuno” (e quindi non vedo perchè qualcuno dovrebbe impicciarsi dei fatti fiscali miei) ho pure parecchi omonimi e alcuni sono nati lo stesso mese, giorno e anno qui a Roma; pertanto, hanno lo stesso codice fiscale. Ora, come faccio a sapere che un eventuale curiosone non mi abbia confuso con altro Marco Caruso? Ricco o povero che sia, non mi va di esser scambiato per un altro, geloso come sono della mia individualità. Pertanto, garante o no, devo confessarmi con voi:  nell’anno riguardante i dati diffusi ho guadagnato meno di 16.000 euro lordi (tempi difficili, questi) e sono sopravvissuto solo grazie a risparmi messi da parte fin dai tempi non-euro. Essere poverello sì, ma pure eventualmente scambiato per un altro magari abbiente, proprio no! Ora lo sapete: il Marco Caruso di Roma che scrive su questo blog ha finanze personali molto limitate anche perché, (ormai è noto almeno a voi) gli editori mi snobbano come la peste e non pubblicano le mie modeste creazioni letterarie. Quindi mi tocca lavorare part-time e i miei redditi sono da muro del pianto. Che si sappia in giro o no, credetemi, non cambia la mia situazione e per giunta non me ne importa un fico.

Un appuntamento da ricordare

Ricevo e vi ripropongo questo messaggio per non dimenticare un appuntamento irrinunciabile:

L’Italia non ha una informazione libera. Questo è il motivo
per il quale nessuna televisione, nessun giornale sta
promuovendo il referendum del 25 aprile per una
“Libera informazione in un libero Stato”. Sarebbe la loro fine.
Ho bisogno del tuo aiuto. Diffondi la notizia e i punti di
raccolta delle firme elencati di seguito.

Invia questa email a tutti coloro che vogliono una
informazione libera in Italia per firmare il 25 aprile
per i tre referendum:

1- abolizione dell’ordine dei giornalisti di Mussolini
2- cancellazione dei contributi pubblici all’editoria, che la rende
dipendente dalla politica
3- eliminazione del Testo Unico Gasparri sulla radiotelevisione, per
un’informazione libera dal duopolio Partiti-Mediaset

Il 25 aprile saremo in 460 punti in tutta Italia
e in città su 5 continenti.
Trova quello più vicino a te su: http://www.beppegrillo.it/v2day/mappa/

Coraggio!
Beppe Grillo.

PS Stampa e diffondi anche il volantino:
http://www.beppegrillo.it/immagini/immagini/volantino_v2-day.pdf

VERGOGNE NAZIONALI

Ho aperto questo blog per parlarvi delle mie creazioni letterarie ma non posso dimenticare che prima che scrittore sono un Italiano e quindi spesso mi trovo a dover commentare, come ogni voce libera che si rispetti, fatti ed opinioni che attengono alla coscienza di questo Paese in primis.

Dal blog di Beppe Grillo, leggo un post che deve farci riflettere, in data odierna, e che inizia così:

Otto mesi con la condizionale per la morte di un ragazzo. Mi ha scritto la mamma di Andrea morto a 23 anni sul posto di lavoro con il cranio schiacciato. Fa accuse gravi. E’ stato celebrato un processo per omicidio colposo. I casi sono due: gli amministratori sotto accusa sono innocenti o colpevoli. Nel primo caso vanno assolti, nel secondo la condanna a otto mesi rappresenta il fallimento della giustizia in Italia. Sono curioso di leggere la sentenza.
Luca Cordero di Montezemolo afferma che i lavoratori sono più vicini a Confindustria che ai sindacati. Sbaglia, i lavoratori sono equidistanti. Li manderebbero tutti e due a fanculo. Il precariato ha introdotto in Italia i salari più bassi d’Europa e la pena di morte sul lavoro. Ridurre le misure di sicurezza conviene. Una vita vale meno della produzione.

Continuate a leggere e ditemi come si fa a non essere d’accordo… In Italia le cosiddette morti bianche, cioè i decessi di lavoratori durante le loro attività quotidiane, sono trattate con sorprendente cautela dai signori magistrati in barba al più comune buon senso. Indubbiamente costoro obietteranno che è loro compito applicare le leggi vigenti… E allora, dobbiamo prendercela con chi le leggi le fa, o sbaglio?

E in quanto alla categoria dei politici, beh, dallo stesso blog di Beppe Grillo, qualche post più in basso, potete vedere un video dove colui che ha vinto le elezioni risponde in maniera incredibile, durante la conferenza stampa in onore della visita di Putin, alla domanda di una giornalista russa… facendo il gesto del mitra.  Ricorderete la vicenda di Anna Politkovskaia la coraggiosa giornalista russa, madre di due bambini, la cui morte dovuta ad un attentato è stata messa in relazione alla politica di Putin da molti commentatori… Ebbene, ditemi se il gesto dell’attuale capo dell’Esecutivo italiano non merita la massima esecrazione. Purtroppo, oggi ho due motivi in più per vergognarmi di essere italiano e soprattutto ricordando che ogni popolo ha il governo che si merita.

 

Iniziativa del Codacons a difesa della nostra privacy

Ricevo e molto volentieri vi propongo questa lodevole iniziativa del Codacons:

5. IL CASO “PEPPERMINT”

Gianluca Di Ascenzo, Vicepresidente Codacons

 Molti ricorderanno che il Codacons nel 2007 (si vedano i comunicati stampa Codacons del 27 giugno e del 18 luglio) era intervenuto in alcuni procedimenti dinanzi al Tribunale civile di Roma, al fianco dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, contro le società Peppermint e Techland, per denunciare la violazione della privacy e difendere i diritti dei consumatori.

I processi dinanzi al Tribunale di Roma non si sono ancora conclusi, ma il Garante privacy, con il provvedimento del 28 febbraio 2008 (Bollettino del n. 92/febbraio 2008, doc. web n. 1495246) ha chiuso l’istruttoria avviata sul famoso “caso Peppermint”, stabilendo che “le società private non possono svolgere attività di monitoraggio sistematico per individuare gli utenti che si scambiano file musicali o giochi su Internet”.

Questa in sintesi la vicenda: le società Peppermint e Techland, attraverso il monitoraggio effettuato sul web da parte della società svizzera Logistep, erano riuscite ad ottenere migliaia di indirizzi IP (i dati che identificano i computer collegati ad Internet) e così erano risalite ai nomi degli utenti ritenuti responsabili di aver scambiato “illegalmente” file musicali e giochi via internet, ai quali avevano poi inviato lettere con cui richiedevano il pagamento di 330 euro, a titolo di rimborso e per evitare azioni civili e penali.

Il Garante, però, come si legge nel comunicato stampa del 13 marzo 2008, “richiamando anche la decisione dell’omologa Autorità svizzera, ha ritenuto illecita l’attività svolta dalle società”, ricordando che “la direttiva europea sulle comunicazioni elettroniche vieta ai privati di poter effettuare monitoraggi, ossia trattamenti di dati massivi, capillari e prolungati nei riguardi di un numero elevato di soggetti. É stato, poi, violato il principio di finalità: le reti P2P sono finalizzate allo scambio tra utenti di dati e file per scopi personali. L’utilizzo dei dati dell’utente può avvenire, dunque, soltanto per queste finalità e non per scopi ulteriori quali quelli perseguiti dalle società Peppermint e Techland (cioè il monitoraggio e la ricerca di dati per la richiesta di un risarcimento del danno). Infine non sono stati rispettati i principi di trasparenza e corrette zza, perché i dati sono stati raccolti ad insaputa sia degli interessati sia di abbonati che non erano necessariamente coinvolti nello scambio di file. Sulla base del provvedimento del Garante (di cui è stato relatore Mauro Paissan), le società che hanno effettuato il monitoraggio dovranno ora cancellare, entro il 31 marzo, i dati personali degli utenti che hanno scambiato file musicali e giochi attraverso il sistema P2P.”

Il Codacons, quindi, oltre a manifestare la propria soddisfazione per la pronuncia dell’Autorità, che ha confermato i profili di illiceità dell’operato delle due società, così come denunciato dinanzi al Tribunale di Roma, invita tutti consumatori che volessero essere informati sugli ulteriori sviluppi della vicenda a chiamare il numero verde 800.911.911.

Un doveroso ricordo

Vorrei rivolgere un ultimo pensiero a due persone a me care.

Parlo di Piergiorgio Welby e Chantal Sebire che hanno smesso di soffrire su questa Terra… dopo aver tanto penato anche per colpa dell’indifferenza di quanti si considerano (falsamente) religiosi e rigorosi difensori della vita.

In genere, oltre al diritto all’eutanasia, dovremmo pretendere più attenzione per le sofferenze causate da malattie incurabili o dalle cure comunque erogate da una scienza spesso distratta.

C’è un’umanità un po’ nascosta, che soffre le pene dell’inferno nei sanatori, nelle case di cura per malattie mentali, nei padiglioni per i malati terminali… Uomini, donne e bambini dimenticati, che hanno meno diritti degli altri e il dovere, sancito dal Vaticano, e da leggi sbagliate e inumane, di sopravvivere a forza.

Dovreste poter vedere chi nasce talvolta da un uomo e una donna e spesso sparisce molto in fretta dalle nursery di cliniche e ospedali. Questi nostri fratelli spesso hanno una sopravvivenza abbastanza lunga per rendersi conto della loro situazione e di quanto può essere crudele quella che abbiamo l’abitudine di chiamare Natura.

Lo so che questo discorso è fastidioso e vi morde la coscienza ma devo, ogni tanto, proporvelo. Il fatto è che pur non essendo religioso nel termine consueto, sono cristiano e quindi devo ricordarmi di cosa significa compatire nel senso cristiano (e buddista) del termine. Il mondo migliorerà a dismisura nel momento in cui condivideremo gioie e dolori con i nostri simili. Per il resto, sono uno scrittore e quindi devo raccontare quel che colpisce la mia immaginazione…

Provate a fissare per un attimo solo il fondo dell’abisso e capirete. Dentro di noi abbiamo l’universo intero e spesso ci troviamo a confrontare la nostre illusioni con la sensazione di verità ancestrali molto ma molto rivoluzionarie.

Nel dubbio, consiglierei di usare tanta pietà nei confronti di chi soffre senza l’errore di decidere per loro e al posto loro, cosa preferiscono e come possano mitigare un destino orribile.

Tre referendum da non perdere

Dal blog di Beppe Grillo tre spifferi di vera democrazia nell’arido panorama della invadenza partitica italiana: 3 referendum da non perdere, e vi dico perchè!

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In breve, qui si tratta di abolire tre vere storture nazionali, tre affronti alla ragionevolezza, tre insulti alla vera democrazia. Partecipando ai referendum proposti da Grillo e soci, avremo l’opportunità di abolire i contributi statali all’editoria, potremo cancellare l’ordine dei giornalisti e infine eliminare per sempre la ridicola legge Gasparri sulla spartizione dell’etere. Vi pare poco?

La Stampa in tutto il mondo è sinonimo di libertà e controllo del potere politico. Noi abbiamo uno Stato che la sovvenziona (milioni di euro agli editori dei giornali, ai partiti che pubblicano i fogli appunto di partito e persino a qualche bollettino parrocchiale… incredibile ma vero!) e questi soldi li prendono proprio tutti, compresi quelli che urlano a Roma ladrona, poi incassano come gli altri. Come potrebbero i giornali essere sinonimo di libera informazione se prendono i soldi da chi dovrebbero controllare?

A questo è collegato l’altro referendum sull’abolizione dell’ordine dei giornalisti che in pratica esiste solo da noi: decidono loro chi può scrivere sui giornali e chi no. Ridicolo. Io scrivo qui, quel che mi pare e se qualcuno prova a tapparmi la bocca o impormi patenti per potermi esprimere liberamente, per me è un dittatore.

Infine la perfida legge Gasparri, fatta ad uso e consumo del padrone berlusconiano che tanto comodo ha fatto anche alla Sinistra dato che in due anni di governo non hanno trovato il modo per eliminarne le storture ed i vizi originari.

Tutti parliamo e vogliamo più democrazia: questi 3 referendum sono un’opportunità storica e la verve di Grillo impedirà che una volta effettuati e cancellate le leggi oggetto della consultazione, il tutto resti nel cassetto del potere politico.