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Il destino del territorio italiano

Esattamente come la teologia è solo un diverso modo di raccontare la religione, noi dobbiamo imparare a interpretare la realtà politica leggendo i trattati e non restare sulle interpretazioni dei libri o dei comodi riassunti dei siti web, compreso questo blog. 

Esistono anche testi talmente complicati e criptici da non permettere una lettura agevole o immediata, per esempio il Trattato di Lisbona. Tuttavia, una volta compreso, almeno nelle linee generali, questo testo è stato letteralmente imposto come nuova Bibbia dei cittadini europei, italiani compresi.

Base fondatrice della Unione Europea che altro non è che l’incarnazione dei potentati economici-finanziari esistenti in Europa e non solo. Ricordate che fin dagli Anni 40, il territorio europeo è stato in qualche modo posto sotto l ‘egida degli Stati Uniti d’America, vincitori della Seconda Guerra, così come il dollaro, proprio grazie ad alcuni trattati internazionali è stato eletto a moneta di scambio per i traffici mondiali. Esattamente come negli anni scorsi, l’Euro ha riassunto tutte le divise continentali europee, asservendole e unificandole alla divisa tedesca: il vecchio Marco è uno a uno con l’Euro. 

Con ogni probabilità gli asset americani, come l’Italia, sono stati ceduti in godimento alla Germania per rimborsare le grandi spese sostenute dai Tedeschi per riunificare il loro territorio. Inoltre, il mondialismo imperante esigeva una semplificazione amministrativa e quindi la demolizione delle vecchie istituzioni nazionali, soprattutto l’italiana e la francese.

La Francia è stata ammessa al grande banchetto tedesco grazie al Trattato di Aquisgrana, del 2019, di cui si parla pochissimo perché è la vera definizione dell’intento del potentato appunto franco-tedesco. Posto il link perché si trovano difficoiltà anche a leggerlo:https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Aquisgrana_(2019) e soprattutto:http://www.studiolegalemarcomori.it/il-testo-integrale-in-italiano-del-trattato-di-aquisgrana-tra-francia-e-germania/

Era l’ultima docuimentazione che vi serviva per comprendere che quel che le Elite stanno eseguendo già ora, proprio con questi governi e in particolare con Draghi, e i collaborazionisti che ha asservito, è la completa dissoluzione del territorio italiano inteso come entità statale, giuridico-amministrativa. 

Non vogliono integrare un bel nulla, perché la dominazione franco-tedesca, come leggete nel Trattato di Aquisgrana, contempla solo dominazioni non inclusioni, a parte un leggero contributo da esigere dalla Spagna.

È la conferma del vero ruolo della Unione Europea: esiste per dissolvere i vecchi stati nazionali al fine di riunirli in una gestione amministrativa, e badate bene che si tratta proprio di questo, dato che il potere militare continentale rimane nelle mani degli Stati Uniti d’America. 

L’Unione Europea serve a garantire l’assoluta fedeltà continentale alle logiche mondialiste proveniente soprattutto dai Dem americani, che serve a fare fronte comune contro il (finto) nemico consistente nella Russia, stretta a Oriente dalla Cina, il vero problema anche culturale. Il Paese del Dragone, appunto.

Per riassumere, il nostro solo impegno dovrebbe consistere nell’opporci al disegno continentale che vuole la dissoluzione dei vecchi stati nazionali al fine di farne materia carburante per il fronte mondialista continentale.

Riunirci intorno a quella che fu data per dare identità al popolo esistente in Italia,  la Costituzione, che rimane un buon caposaldo su cui organizzare la resistenza nazionale. Da tener conto che i trattati internazionali non si possono superare / evitare. Come scrivevo due post fa, a proposito dell’impegno in sede giudiziaria del buon Avvocato Mori, è nei trattati internazionali la chiave per poter esigere una maggiore indipendenza/libertà e quindi il diritto di esistere come definizione nazionale.

Per capirci bene: non serve la ribellione, è necessaria la presa di coscienza.

Capire bene cosa c’è scritto nei trattati e utilizzarli a nostro vantaggio.

Non serve ideologia, serve conoscenza.

Se vogliamo sopravvivere come Italia, come Italiani, è questo il momento o mai più. Altrimenti, moriremo, moriremo, moriremo.

Risultato immagini per bandiera italiana sulle macerie

A cosa serve la crisi in Italia

A una lettura scevra da inutili elucubrazioni di stampo partitico, appare evidente che la crisi di governo italiana sia da inquadrare perfettamente nello scontro tra Elite di cui si parla su questo blog da tempo, in compagnia della vera contro-informazione che potrete trovare nei canali social, come Facebook e Youtube e non certo su giornali e televisioni generaliste, completamente in mano ai potentati dell’informazione.

ll cosiddetto mainstream è prono ai voleri delle Elite, e serve soltanto come megafono per le loro periodiche confessioni, quando costoro tentano di ripulirsi la coscienza dagli effetti karmici delle loro azioni, confessando a tutti le loro imprese così deprecabili, tutte tese a stringere il cappio intorno al collo di un’Umanità ormai in ginocchio.

Negli USA lo scontro a favore di quella parte di Elite che vuole accellerare il Grande Reset ha per ora segnato un punto a favore dei mondialisti a ogni costo e ogni prezzo con la sconfitta di Trump. State tranquilli che Biden, o meglio chi lo controlla, saprà bene adattare la nuova politica statunitense a favore di chi deve sistemare i conti con le residue energie dei sovranisti e dei resistenti all’ondata di  dominazione globale che vorrebbe imporsi.

Non è un caso che, in Italia, all’indomani della caduta di Trump (che, ricorderete, era uno dei principali sponsor di Conte), Italia Viva abbia aperto la crisi, in nome delle vecchie amicizie Dem.

La speranza, per i seguaci di Renzi, è che si possa arrivare a un governo il più possibile gradito appunto ai Dem americani, con l’ascesa magari di Draghi o di un suo simile. L’Italia, come sapete se leggete da tempo questo blog, è una colonia americana e deve seguire gli imput provenienti da Oltreoceano senza fiatare.

Resta da vedere se la fazione che ha permesso a Conte di imporsi su ben due governi con l’aiuto dei Grillini della prima e ultima ora, potrà reggere.

Andare alle elezioni pare non convenire a nessuno e questo perché un elettorato ormai scevro dall’illusione che i Cinquestelle potessero condurre una lotta veramente libertaria in Italia, si potrebbe spostare verso un sovranismo molto sgradito alle Elite mondialiste, di cui i Dem americani sono grandi sostenitori.

Non si deve lasciarsi illudere che le gerarchie europee abbiano un ruolo, in tal senso: è ovvio che la presunta debolezza nella politica estera della UE è proprio consona ai voleri degli USA, che dominano l’Europa in lungo e largo da sempre o almeno in maniera evidentissima dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, come sappiamo, le guerre si combattono con la chimica e la genetica, non con le bombe, e si possono evitare non con gli eserciti ma con la consapevolezza che magari eviti ai peggiori despoti di poter amministrare le finte nazioni con un vero consenso.

Per le leggi universali di cui parlavo prima, ricordate che lor signori possono sì fare o disfare ma necessitano del nostro consenso, non dimenticatelo mai.

A chi ci chiede se vogliamo burro o cannoni, risponderemo sempre con una sonora pernacchia anti-militarista.

Per il resto, per chi ama la fantascienza pura e per chi pensa che nella fantascienza si possa trovare molta ispirazione per comprendere quel che è accaduto da sempre e quanto accade ora, non posso che consigliare di leggere il mio ultimo romanzo: LA TERRA INVASA DAI RETTILI, disponibile al prezzo di un caffè su Amazon.it a questo link. Meglio informarsi prima di vederli piombare a sorpresa su questa povera e inerme Terra, su questa umanità in ginocchio, perennemente prona a pregare il proprio carnefice.

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23 giorni al nuovo anno!

Cari lettori, per me il nuovo anno significa molto. Non solo un anno in più sulle spalle ma il concretizzarsi di una vecchia e purtroppo inossidabile certezza: per un autore sincero, genuino, che voglia scrivere quel che sa e conosce, non c’è spazio nell’editoria tradizionale italiana.

Come forse avete letto nei post precedenti, la mia decisione di mettere un limite all’arroganza di certi editori, scade con la fine del 2020. Ad essere sincero, e non posso far altro con voi che avete ancora la bontà di leggere le note di questo blog, la grande editoria italiana, ovvero quanti riescono ad arrivare ad esporre i loro prodotti nelle librerie è ormai facilmente classificabile in negativo.

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Non pubblica chi non accetta di far parte del sistema vigente. Un sistema classificatorio e insopportabile che include i media tradizionali soprattutto ma non solo. Insomma, pubblica chi serve il Sistema. Io, per costituzione, per insofferenza, non posso farne parte. E, del resto, lor signori non hanno mai mancato di determinare la loro personale insofferenza per chiunque, anche valido tecnicamente (ovvero: sa scrivere) non accetta di piegarsi ai loro diktat.

Nei piccoli editori, ciò può significare pagarsi le stampe e talvolta la distribuzione dei propri testi; nei grandi, esser dotati di presentazioni politico-partitiche. Senza considerare che se non sei nelle librerie, in Italia, non sei nessuno, questa è la verità. Ma non esiste solo il mercato italiano.

Su Internet, la strada maestra è una sorta di auto-pubblicazione che passa per vari siti, Amazon in testa per completezza d’offerta e facilità di utilizzo. In Italia ci sono valide alternative e comunque più o meno, l’utilizzo per gli scrittori è molto simile.

Un ostacolo è il ruolo che questi editori on line non confessati non vogliono svolgere, ovvero proprio il ruolo di editori il che pone gli iscrittori che si affidano ai loro servizi in una posizione delicata. Se i loro libri li pubblica un editore, i proventi (eventuali) sono denunciabili al fisco tramite i soliti modelli 730 o Unico.  Altrimenti, pare proprio che un piccolo scrittore coraggioso e testardo debba dotarsi di partita IVA, come se vendesse merci o prodotti di vario genere.

Ecco che le pretese del mostro chiamato Fisco saldano in negativo le difficoltà di chiunque voglia scrivere e diffondere i suoi testi con le pretese fiscali di uno Stato che sa elargire i suoi favori solo agli editori e non agli scrittori.

Eppure è evidente che se un grande centro di distribuzione come Amazon, e gli omologhi italiani, raccolgono testi, seppure tramite offerta libera, li espongono nelle loro vetrine on line, li distribuiscono ovvero li vendono al pubblico, non sono altro che editori, che vogliano o no definirsi tali.

Ecco che, al dunque, chi vuole liberamente offrire il frutto della propria creatività non ha altra scelta che scontrarsi con le contraddizioni di un sistema coercitivo al massimo livello che comunque può indebolirsi e scricchiolare proprio mediante i propri interni cortocircuiti.

Guardate il problema per quel che è: in gioco c’è la libertà di espressione tutelata dalla Costituzione che i padroni dei media vogliono gestire e i colossi del commercio elettronico vogliono utilizzare per il proprio tornaconto. E in mezzo ci siamo noi che scriviamo.

Non resta che prenderne atto e fare di necessità virtù. Ovvero, rivolgerci a chi spadroneggia sulla Rete e che si deve poter scontrare, moto proprio, con le pretese ridicole di un potere fiscale che vuole paragonare chi vende il prodotto della propria creatività a un negoziante qualunque.

Per me, questo significa riaprire la mia pagina Amazon in tutta la sua, ricca, offerta di romanzi e racconti gialli, thriller, noir e di fantascienza e arricchirla di traduzioni in inglese dei vari testi. Amazon, che voglia o no, è un editore a tutto tondo che oltre a pagare le tasse negli Stati Uniti, regolerà le sue eventuali pendenze con il mostro fiscale italiano, così duro con i deboli e così molle con i potenti.

Per quanto attiene all’editoria di grande livello in Italia, gli si rivolgerà contro la sua stessa modalità di esclusione dei validi scrittori nazionali, me incluso.

Posso garantire a lor signori che pubblicherò un romanzo, di genere e di facile ma notevole lettura, o una raccolta di racconti a prezzo stracciato ogni tre mesi per tutta la vita che mi resta. E spenderò certamente qualcosa per tradurre questi testi in lingua inglese.  Per i lettori questo significa procurarsi un ebook a pochi centesimi che si potrà leggere comodamente o tramite il computer o tramite un pad o dispositivo elettronico portatile. Quindi, nessuna necessità di recarsi nelle librerie spendendo dieci volte tanto per leggere quel che decidono gli altri.

Sceglierete tra me, e tanti come me, oppure ciò che vuole farvi leggere il Sistema spendendo molto di più? A voi la scelta, a me la libertà di scrivere quel che voglio. Vi par poco?

calendario 2021

Povera Patria

Mi viene in mente una nota, e tristissima, canzone dell’ottimo Battiato… Ma possibile che in questo benedetto Paese si debba scendere sempre più giù?

Mentre su Marte la sonda Spirit conferma definitivamente l’esistenza di una preesistente civiltà extraterrestre inviandoci l’immagine di una statua  visibilissima sullo sfondo della sabbia rossastra, qui sulla Terra la scienza che confina con la fantascienza non basta a lenire i nostri affanni.

In Italia, poi, siamo specialisti nel rovinarci la vita. Lo spettacolo quotidiano che offriamo al mondo intero è davvero paragonabile alle tonnellate di spazzatura (italianissima, non solo partenopea, badate bene) che non trovano soluzione e stanno soffocando soprattutto la vita dei bravi campani che lavorano, pagano le tasse e vanno persino a votare. C’è tanta di quella maleodorante confusione che qui, il primo che si alza la mattina e parla, fa legge, specie se parla dal palco della Confindustria. Gente che, per definizione, pensa al proprio profitto, pretende di insegnare a noi come si vive. Peccato che la nostra vita quotidiana sia leggermente diversa dalla loro, come dimostra il tristissimo record di incidenti sul lavoro avvenuti non solo nelle fabbriche di proprietà straniera ma anche e soprattutto nei cantieri, laboratori, officine e industrie dei nostri cari imprenditori.

Sì, la politica mi fa ribrezzo, ma c’è chi riesce ad ispirarmi sentimenti peggiori. Signori confindustriali, imparate ad applicare le leggi a tutela di chi lavora prima di insegnarci a vivere. E prima di voi, dovrebbero rispettare le leggi di questo Paese gli istituti bancari che una ne pensano e centomila ne fanno. Ormai appare normale che costoro vengano citati a giudizio sia da singoli cittadini che dalle associazioni dei consumatori con tristissima regolarità, oltre ai reati penali che alcune grandi banche hanno visto contestati ai loro danni per vicende che hanno gettato sul lastrico migliaia di onesti risparmiatori.

Vorrei sapere, soprattutto, che diavolo fa l’ente statale deputato al controllo di lor signori: la Banca D’Italia. Il cui presidente è un altro che spesso si incarica di diffondere le sue personalissime ricette per risolvere i mali di questo Paese,dimenticando che se la prima banca del Paese funzionasse a dovere, molti di questi mali non esisterebbero nemmeno. Caro dottor Draghi, in attesa di vederla presidente del Consiglio per l’ennesimo governicchio tecnico, vuole cortesemente far funzionare gli uffici della Banca d’Italia deputati al controllo, alla verifica e magari alla reprimenda delle banche italiane? E’ a conoscenza che, per esempio, il cosiddetto decreto Bersani resta sostanzialmente inapplicato in molti casi costringendo la cittadinanza ad ingolfare ulteriormente i tribunali con vertenze che puntano a far rispettare la legge alle banche e alla corporazione dei notai? Alcuni suoi provvedimenti, dottor Draghi, oltre a far risultare in sovrannumero il personale di Bankitalia, hanno “reintegrato” l’Ufficio Italiano dei Cambi all’interno della generale organizzazione dell’istituto, decretando la fine di quella autonomia gestionale ed esecutiva che lo faceva funzionare tanto bene. Vedremo i risultati di tale operazione nel futuro: per ora, le buone funzionalità del sito dell’UIC, ad esempio l’ottimo convertitore di valute in tempo reale, non mi risultano più sufficientemente attive. E’ abbastanza per capire cosa ci aspetta, vero dottor Draghi? 

Anche la Banca d’Italia è autonoma per definizione costituzionale. In Italia, ultimamente, la Costituzione viene presa a pretesto quando conviene ai potenti e molto meno considerata quando si tratta di difendere i diritti costtuzionali appunto dei cittadini. A proposito, da quanto la magistratura assiste inerte ai proclami di rivolta di alcuni leader leghisti senza muovere paglia? Quando a scuola si insegnava educazione civica, mi ricordo che ci spiegavano il senso della nostra amata Carta costituzionale. Mi pare di ricordare che incitare alla ribellione, sputare sul Tricolore, organizzare o minacciare di farlo, polizie e armate locali lamentandosi nel contempo per la scarsità di armi disponibili, non sia propriamente compatibile con i doveri di qualunque italiano. Mi pare anche di ricordare quel che neanche stampa e politica ricordano spesso e cioè che la Padania è pura fantasia, non esiste nè come localizzazione geografica né come definizione politico-territoriale. Chiedere l’autonomia e minaccare persino la rivolta nel caso non sia concessa, di una qualunque porzione di questo Paese, immaginaria quanto si vuole, è comunque incitare alla ribellione contro la Costituzione, secondo me. Sempre che nel frattempo la nostra Costituzione conti ancora qualcosa, beninteso.

In questo bailamme, mentre la pubblica opinione è chiamata a scegliere se scandalizzarsi o meno che il Papa non sia molto gradito da parte degli univesitari romani (non mi pare, onestamente, il primo dei problemi che abbiamo)  l’attuale governo in carica è in bilico a causa delle leggi elettorali fatte dal governo precedente (da alcuni esponenti di quel governo definite “una porcata”).  Prodi è un equilibrista straordinario, peccato che nel momento in cui dovesse cadere, la rete siamo noi Italiani. Ed è una rete estremamente fragile.

Qui non si tratta di opinioni politiche, che nel mio caso non sussistono neanche. Da anni, giudico i pubblici amministratori per quel che rendono e non per quel che pensano. E’ evidente che il governo in carica ha raggiunto qualche importante risultato dal punto di vista economico e tutti gli indicatori internazionali lo confermano. Nel contempo, la gente è insoddisfatta per la sofferenza cronica che ogni mese deve sopportare a causa dell’inflazione interna e a livello europeo (dato non trascurabile dato che la nostra moneta è l’Euro) e la crescita dei prezzi soprattutto per quanto attiene alle merci di prima necessità. Pensioni e stipendi sono sempre meno adeguati a raggiungere la fatidica “quarta settimana”: questo è evidente quanto i buoni risultati citati prima.  Insomma abbiamo l’evidenza più chiara che i parametri della buona economia capitalista poco hanno a che vedere con le necessità di lavoratori, studenti e pensionati. Rimettere a posto i bilanci, far pagare le tasse, riassestare i conti pubblici non basta ancora ad assicurare benessere diffuso e risollevare la situazione dei ceti perennemente sotto la soglia della povertà che, anzi, stanno sempre peggio nonostante le briciole falsamente misericordiose dispensate dai governi degli ultimi vent’anni….

La soluzione non può essere far cadere questo governo anche perché chi lo sostituirebbe non è certo un nuovo soggetto politico ma solo quelli che hanno perso le precedenti elezioni. Da noi non c’è ricambio politico, chi viene trombato oggi, ce lo ritroviamo baldo e impavido nelle prossime elezioni, voglioso di sostituire chi verrà trombato domani. E’ democrazia, questa? Perchè tra le tante modifiche alle leggi elettorali che i signori politici propongono non c’è mai l’ineleggibilità, oltre che per i delinquenti, anche per i trombati?

E invece no. Cade Prodi e ci ritroveremo a scegliere tra Prodi e Berlusconi, come prima, più di prima. Il nuovo che avanza, insomma. Comunque la pensiate, qualunque voto daremo, uno dei due ci tocca. Sicuri che questa sia la democrazia che vogliamo? Perché oltre a sollevare questo dubbio io che non conto un accidente su questo piccolissimo blog, non ne parlano i potenti e ricchissimi giornali nazionali? Forse un giorno, a forza di stilare queste piccole note, se mi seguite e magari commentate, una idea migliore di democrazia la troviamo insieme, che ne dite?