È possibile pubblicare gialli in Italia?

Se mi avessero rivolto questa domanda, da lettore, e da giovane, avrei risposto, convintamente, di sì. All’epoca, Mondadori aveva deciso di dimostrare, con le sue pubblicazioni tipicamente colorate di giallo, che si possono pubblicare gialli in Italia e venderli anche, tramite le edicole e le librerie. Stampa calcolata nella scala più povera, leggibile ma estremamente economica e venduta a un prezzo molto basso.

Il problema di Mondadori è storicamente,  semmai, la sovraproduzione di autori stranieri. Quindi, gialli pubblicati in Italia ma di autori stranieri. E infatti, gli autori italiani di letteratura gialla o del mistero, si contano sulle dita di una mano.

Il decesso di Camilleri ci ha privati di uno dei più noti. Persone come il sottoscritto, noti non diventeranno mai per il semplice fatto che la grande editoria neanche ci vede. Al di là della quota di raccomandati da massoneria o grande industria o perché nipoti di qualche alto prelato, di fondo incide parecchio la (falsa) constatazione che se non sei straniero, non puoi scrivere gialli.

Lo so che in mente avete il nome di un paio di colleghi che effettivamente scrivono e pubblicano gialli. Sono eccezioni che confermano la regola.

Per carità, però, non scambiate per letteratura gialla le produzioni attuali della RAI. Vi immaginate un esempio del genere rapportato alla realtà di quel che ci è arrivato, storicamente, dagli USA? Per pubblicare gialli, in Italia, dovremmo essere almeno alla portata qualitativa della miglior produzione oltreoceanica.

Qui, tipicamente,  il giallo si mischia con la commedia per renderlo più digeribile allo spettatore medio. Uno spettatore che secondo i produttori RAi ha dai 40 agli 80 anni e non tollera sapori troppo piccanti o decisi.

I tempi dell’ispettore Sheridan, che potevamo forse allineare alle produzioni di genere poliziesco, più che giallo, sono comunque lontanissimi. Gli altri, da Francis Durbridge, a Simenon a Rex Stout, sono sempre stati rigorosamente non italiani e sono i loro lavori che restano nella memoria dei telespettatori nostrani innamorati del giallo.

Non ne usciremo mai. Per pubblicare gialli in Italia, e inaugurare, finalmente una tradizione italiana di giallisti, devi lasciarli scrivere come sanno e come vogliono fare. Almeno quelli che riescono ad arrivare alla traduzione in immagini televisive dei loro libri. Come riuscirono a fare Casacci e Ciambricco.

Per circa trent’anni, io non ci sono riuscito e dubito di poterci mai riuscire. Attualmente sto cercando di trovare un editore che riesca, voglia e possa pubblicare seriamente gialli in Italia dato che ho ideato un paio di personaggi che sono nati proprio in funzione del giallo. Uno di questi è il giovave cartomante romano Mister Tau, protagonista di Senza Cuore, romanzo edito da 0111 Edizioni nel 2018 rimasto a invecchiare negli store on line. Nessuna presenza nelle librerie e ovviamente, nessuna riduzione cinematografica o televisiva.

Per curiosità dovreste leggere almeno quel romanzo per capire cosa avrebbe di meno, o di più, rispetto alla produzione corrente, sia letteraria che televisiva o cinematografica di maggior rilievo.

Spesso ci si convince che pubblicare e vendere gialli italiani nel nostro Paese non sia possibile per i piccoli e medi editori. Questo concetto è certamente verosimile ma resta il fatto che forse nessuno ha seriamente provato a contrastare lo stanco dominio della Mondadori sul settore. Un’assenza di concorrenza che resta un fatto unico anche nel panorama internazionale.

Si pensa che lo spettatore italiano non possa digerire il giallo puro e semplice. E allora, oggi, lo spettatore italiano si rivolge alle serie televisive su Netflix, che ovviamente sono basate su prodotti editoriali stranieri

Scrivo da oltre quarant’anni e penso proprio che se non riesco a trovare un editore seriamente interessato a pubblicare gialli italiani almeno in Italia, per molto tempo non ci riuscirà nessuno, con buona pace di tanti, stimabilissimi, colleghi che scrivono tuttora qualcosa di neanche troppo simile al giallo spacciato per giallo.

Ormai scemata paurosamente la qualità media delle pubblicazioni del settore, e in assenza di alternative, questa quota di mercato rimane non sfruttata, deserta, dimenticata. Nessuno, finora, è riuscito a capire come e perché sia possibile battere nella sana concorrenza la stanca produzione odierna della Mondadori.

Si dovrebbe partire proprio dal circuito dalle edicole, con particolare riferimento alle edicole ferroviarie per poi estendersi ai circuiti delle librerie. Libri di qualità, stampati in serie anche se con un supporto cartaceo adatto a contenere il prezzo nei tre euro, non di più, dato che tipicamente, il giallo, è rivolto a tasche di certo non capienti. Una moltitudine di lavoratori di entrambe i sessi, che possono spendere poco più di un cappuccino con cornetto per la cultura ma vogliono distrarsi con letteratura di qualità, personaggi simpatici e storie avvincenti. Non lascerebbero certe pubblicazioni nelle borse e borsette portate sui treni o sugli autobus ma proseguirebbero la lettura anche prima di dormire perché il giallo di qualità non lo puoi lasciare se non lo finisci di leggere.

La storia in sé non basta; dev’esserci una buona tensione narrativa e quindi un enigma da risolvere.

Il protagonista lo seguirai nel tempo se ti piace, o ti immedesimi in lui o sei seriamente interessato a conoscere quel che vivrà nella fantasia del suo creatore.

Da scrittore di gialli conosco bene quel che piace al lettore medio di questo genere eppure non trovo alcuna impresa editoriale in grado o con la voglia di tentare una scalata del tutto possibile ma invisibile per chiunque detenga, attualmente, un capitale sufficiente.

Attualmente, ho inviato a un editore italiano proprio un estratto relativo al romanzo che segue Senza Cuore, che era un giallo-horror, e invece questo secondo romanzo propone una vicenda giallo-fantastica, colorata di fantascienza. Dimostrazione che il personaggio di Mister Tau è versatile quanto basta per adattarlo a storie molto diverse tra loro.

Non sono abbastanza giovane da poter sfruttare un periodo temporale necessario a proseguire tale tentativo per più di pochi mesi. Se non riesco a interessare seriamente un editore nostrano, mi occuperò solamente di fantascienza negli anni che mi rimangono.
Il buon Mister Tau non potrà lamentarsi di scarsa attenzione da parte mia e rimarrà per sempre perso tra i suoi, adorati, Tarocchi a leggere il destino delle sue clienti in un Roma decadente e quasi scomparsa in tramonti troppo stranieri.

È possibile pubblicare gialli in Italia?ultima modifica: 2021-10-28T14:24:25+02:00da marcar2007
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