Stati Uniti d’America: pericolo mortale nel 1979

Inizio ad elencare i disastri accaduti o anche solo sfiorati nella storia del nucleare nel mondo cosiddetto libero e civilizzato. Quindi non troverete Chernobyl e simili per evitare il solito commento dei benpensanti: “Eh, ma quella era tecnologia obsoleta!”.

Quindi tratterò solo quei casi esplosi dove la libertà e la scienza regnavano sovrane… proprio come l’incoscienza di chi approvò e costruì i mostri chiamati centrali nucleari!

Alle 4 di un radioso mattino del 28 marzo 1979, fu segnalato un incidente al reattore TMI 1 della centrale di Three Mile Island 2, di tipo PWR , con potenza nominale di 906 mw elettrici.

Il luogo: isola di Three Mile Island 2, Pennsylvania. La città di Harrysburg è a circa 12 km.

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Secondo le Notes d’Information du CEA n° 9 del settembre 1979, si trattò di un “normale” incidente di manutenzione. dopo alcune avarie su un circuito secondario dovute ad ostruzioni procurate dalla fuoriuscita di acqua dal condensatore. Mentre i tecnici cercavano di rimediare, altra acqua arrivò improvvisamente nel recipiente d’aria compressa utilizzato. Alcune valvole saltarono e ciò provocò il blocco di due pompe di alimentazione che assicuravano il flusso idrico ai generatori di vapore. L’assurdo è che tale blocco contemporaneo era preventivamente stabilito da un circuito automatico di controllo che doveva fermare la turbina ed avviare le pompe d’emergenza che avrebbero assicurato comunque una certa produzione di energia per evitare anti-economici fermi del ciclo produttivo.

Ma il blocco dell’ acqua fredda dal circuito secondario del vapore provocò un subitaneo aumento di pressione e temperatura nel circuito primario; la procedura automatica d’emergenza riuscì a scaricare la pressione eccessiva e ridurre la potenza del reattore. Fin qui, tutto sotto controllo, dunque. Ma una valvola di scarico non si chiuse perfettamente e il circuito primario continuò a perdere 60 tonnellate d’acqua l’ora, provocando una diminuzione della pressione e una reazione del sistema di iniezione d’emergenza per l’entrata di altra acqua fredda nel sistema. Nel contempo i tecnici non notarono il malfunzionamento della valvola difettosa e la strumentazione non li aiutò affatto. A quanto pare, una certa difettosità dei materiali del circuito secondario provocava nel frattempo il blocco delle valvole che dovrebbero assicurare il raffreddamento nel caso di un problema nel circuito primario. Quando il nocciolo inziò a subire i primi danni dovuti al calore eccessivo dell’acqua in ebollizione che comunque diminuì fino a scoprirlo del tutto. La temperatura aumentò ulteriormente a causa delle reazioni chimiche conseguenti alla produzione di ossido di zirconio e idrogeno fino a fondere le guaine del nocciolo. Solo dopo un paio d’ore un operatore riuscì a ristabilire l’immissione di acqua fredda e ormai i tecnici si resero conto che i danni alle guaine erano talmente consistenti che prodotti di fissione gassosi confluivano nel fluido del circuito primario e quindi stavano contaminando l’esterno principalmente con xenon 133, kripton, iodio 131 e cesio. Scattarono gli allarmi ma ormai la radioattività negli ambienti esterni era tale da provocare la procedura di emergenza nell’intera centrale.

Nel frattempo, l’immissione continua di acqua fredda direttamente sul nocciolo per tenere sotto controllo la temperatura continuava a veicolare perdite di radioattività sia con liquidi che gas volatili. Alla fine delle procedure d’emergenza, una dichiarazione ufficiale dello Stato di Pennsylvania spiegò chiaramente che le perdite radioattive si erano disperse nelle acque del fiume  Susquehanna River. Non meravigliatevi. Ancora oggi le centrali americane utilizano acque ordinarie. Furono evacuate 140.000 persone anche se le autorità assicurarono la mancanza di conseguenze pratiche. Comunque l’azienda che deteneva la proprietà della centrale, la Metropolitan Edison, fallì per l’enorme costo delle manovre di decontaminazione ambientali senza poter risarcire i danni vivi provocati dall’incidente. L’inchiesta ufficiale che seguì parlava di un incidente di fusione parziale del nocciolo che fece raggungere al reattore una temperatura di oltre 2650 gradi, pericolosamente vicina alla temperatura di fusione del nucleo di uranio che avrebbe sancito un disastro immane. Negli anni successivi furono registrati incrementi di morti dovute a cancro nelle zone intorno la centrale ma stabilire relazioni precise non è a tuttoggi possibile dato che all’epoca non furono fatte indagini epidemiologiche. Per quanto riguarda i lavoratori della centrale, i proprietari si rifiutarono di tenere un registro sulle loro condizioni. Pare incredibile ma è così.  Fu calcolato che prima della riduzione in fase fredda, furono rilasciati complessivamente nell’atmosfera gas radioattivi pari a 15mila terabequerel (TBq).

Nel 1980 questo incidente venne addirittura anticipato dal profetico film Sindrome cinese (uscito nelle sale USA il 16 marzo 1979) diretto da James Bridges, con Jane Fonda, Michael Douglas e Jack Lemmon. La popolarità del film fu assicurata dal successivo disastro della centrale di Three Mile Island, gli incubi degli Statunitensi pure.

 

Ringrazio il sito www.fisicamente.net e in particolare un articolo di Roberto Renzetti per la documentazione scientifica.

Stati Uniti d’America: pericolo mortale nel 1979ultima modifica: 2008-07-11T22:35:00+02:00da marcar2007
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