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LA TERRA INVASA DAI RETTILI / 4

In questo post, pubblico un breve estratto del romanzo LA TERRA INVASA DAI RETTILI che sarà pubblicato nei primissimi giorni del 2021. Questo perché alcune delle vicende narrate si sono verificate negli ultimi giorni del mese scorso e quindi sono state inserite nella versione definitiva, aggiornata e corretta, che potrete vedere con ogni probabilità su Amazon.

Il romanzo è stato inviato in visione a Solferino Editore, Einaudi Editore, Longanesi Editore. Editrice Nord, e altri. L’ultimo romanzo, tra le molte pubblicazioni proposte a vari editori, prima di rinunciare del tutto a qualunque rapporto con le realtà editoriali classiche del nostro paese.

Ho inviato in particolar modo questo romanzo, in quanto ritengo che la realtà dell’interferenza aliena e il dramma degli addotti in Italia e nel resto del mondo, non debba passare sotto silenzio ed anzi debba poter essere divulgata anche nelle librerie, dove i grandi editori hanno accesso.

Ovviamente, scrivendo da 42 anni vi posso garantire che l’ostracismo di alcuni editori, specie i più noti, riguardo scrittori come me, è davvero evidente;  evidente almeno quanto la scomoda presenza rettiliana sulla Terra. Non possiamo e non dovremmo rassegnarci né all’una e tantomeno all’altra evidenza.

 

Quindi, in mancanza di notizie positive LA TERRA INVASA DAI RETTILI sarà a vostra disposizione, su Amazon, raggiungibile cliccando sulla mia pagina personale, esattamente come tutti gli altri miei romanzi e raccolte di racconti.

Come tanti, altri, colleghi, ho l’esigenza di scrivere, non di pensare all’ostracismo di questo o quell’editore e neanche il tempo e la voglia di rifiutare contratti a dir poco indecenti proposti da editori minori che intanto, molte volte, pensano di far pagare agli autori parte delle loro spese anche prima della pubblicazione reale.

Voi sapete che cliccando qui, avrete la possibilità di scaricare romanzi e racconti di ottima qualità senza recarvi fisicamente in un libreria e a un prezzo assolutamente imbattibile.

occhio rettile

***** La vita comune alla maggioranza delle persone, che siano libere o schiave di una civiltà aliena, piace molto alla gente. Proprio come si rapportano al tiranno terreno che li comanda a bacchetta: il governo, che dirige la società, da cui derivano le regole imposte da enti locali, istituzioni, datori di lavoro. La vita della gente è un insieme di leggi e regolamenti, frammisti a qualche, pallido, diritto. Resta il fatto che questa evidente routine che definiamo vita quotidiana e che include il dovere di soddisfare i nostri stessi bisogni, costituisce la sopravvivenza che tutti adoriamo. La vera religione auto-imposta è proprio questa: adorare la nostra vita terrena e temere oltre ogni limite la morte.

Ero consapevole da molto tempo che forse la vera libertà consiste nel liberarsi da noi stessi.

Tutto questo rimane un semplice ragionamento. Ero perfettamente convinto del problema sostenuto da Carlo. Possiamo filosofeggiare al caldo e al sicuro di ogni elemento della nostra esistenza, ma quando ci si trova davanti al boia, quel che si percepisce è terrore puro.

Il terrore che cresce con l’adrenalina.

Il sangue adrenalinico, per quel che sapevo, era la droga preferita dalle Elite.

E questo insegnamento proveniva, fin da tempi antichissimi proprio dalle civiltà aliene che avevano prima creato in laboratorio l’essere umano, per poi utilizzarlo come forza-lavoro, schiavo per i propri piaceri sessuali ed anche facile serbatoio di quella droga adrenalinica ora diventata un allarme sociale.

Il corpo umano trattato esattamente come gli uomini trattano il corpo degli animali che allevano, torturano, macellano, se ne nutrono e che taluni usano anche per piaceri sessuali. Quanti articoli avevo letto, in proposito?

Il cerchio era perfetto, un cerchio intriso di sangue.

Non era più tempo per filosofeggiare.

Passò una settimana prima di decidermi a chiamare Carlo al telefono. Era nella sua abitazione di Viterbo.

– Va bene, sono con voi. Lo sai, vero, che per scrivere di voi e della vostra lotta dovrò conoscerne i particolari?

– Non ti avrei contattato se non fossi pronto a fornirteli. Devi parlare e scrivere di noi, senza alcuna limitazione. La gente deve sapere. Almeno quelli che leggeranno il tuo romanzo.

– Una guerra non si vince con le parole, neanche con quelle scritte.

– Sì, forse. Comunque i nostri nemici stanno vincendo la loro guerra contro di noi con il silenzio e la censura. Camuffando la loro forma, limitano la nostra consapevolezza e anzi ciò li aiuta a collocarsi ai vertici di politica, grande industria e grande finanza, sport e arte.

– Ovvero, state combattendo il Sistema.

– Certamente, il loro sistema. Sei dei nostri?

– Sono uno scrittore e stop. Questo è il patto.

– Allora, sia. Tra una settimana, riunione a Viterbo. Sono in una cellula provinciale dato che in Italia ne abbiamo una in ogni provincia almeno, talvolta, due.

– Una sorta di associazione segreta? Non sono vietate dalla legge?

– Certo, se fossimo un’associazione con elenchi, registri eccetera. Non mi risulta che se liberi cittadini si riuniscono per parlare in un seminterrato abbiano altri vincoli se non renderlo noto alla questura. Sì, dovremmo farlo, dovremmo…Non mi risulta che per il libero e per giunta gratuito scambio di favori e benefici sia necessario un nulla osta delle autorità. È quanto facciamo noi, mi segui?

– Okay, era solo una domanda. Dove ci vediamo?

Mi fornì un indirizzo poco distante dal centro di Viterbo e una data. Avrei preso alloggio nel solito albergo che avevo utilizzato più volte e che neanche era troppo distante dal luogo dell’appuntamento: un immobile affittato uso ufficio.

Per la prima volta in vita mia, ero entrato nello stesso romanzo che stavo per scrivere. Anche se a dire il vero, il precedente romanzo era consistito nel descrivere una ricerca letteraria da me stesso compiuta, stavolta la situazione che avrei dovuto raccontare era diversa e aveva i chiari connotati di un conflitto vero e proprio. Non potevo negare una certa perplessità che molti chiamerebbero timore.

Passai i cinque giorni seguenti intento a riflettere e riordinare gli appunti che avevo già preso. Mi sentivo alquanto ridicolo. Non perché non credessi a B. o alla bontà delle intenzioni di Carlo. Stavo per dedicare il mio tempo libero, sottraendolo alla famiglia, per descrivere la guerra in corso tra una civiltà aliena e la comunità degli umani o piuttosto un loro gruppo in particolare. Roba che avevo visto nei film di fantascienza degli Anni 80.

E sì, pare davvero questo il grande vantaggio dei Rettili: il nostro senso del ridicolo.

Il giorno stesso dell’incontro programmato, ero già a Viterbo verso mezzogiorno e stavo sistemando i pochi vestiti che avevo portato in una borsa nell’armadio della stanza d’albergo affittata per due giorni.

Il tempo era letteralmente gelido e dall’ubicazione di quella stanza, che era quella ormai già conosciuta in vari soggiorni viterbesi, potevo sentire il rumore della vecchia caldaia che ancora riusciva a conferire un leggero tepore.

Carlo mi chiamò al cellulare mentre riponevo la borsa ormai svuotata nell’armadio.

– Ti va un pranzo nella migliore trattoria a cinque minuti di camminata dalla tua posizione?

– Con questo freddo, penso che una bella polenta non me la tolga nessuno. Ci sarà anche B.?

– No, oggi, no. Ti vengo a prendere alle tredici, va bene?

Pensavo di sapere a quale locale si riferisse il mio amico.

Accadde poi una di quelle, strane, cose che troverete in libri come questo. Il trillo del telefono interno mi fece uscire dal bagno e sentii la voce un po’ bassa della direttrice dell’albergo nel microfono:

– Una comunicazione per lei dall’esterno, gliela passo.

Solo mia moglie e Carlo sapevano del mio soggiorno in quell’albergo; entrambi usavano il cellulare per chiamarmi.

– Parlo con lo scrittore?

Una voce maschile, fredda, dal tono sbrigativo.

– Con chi ho il piacere?…

– Lasci stare, e torni a Roma. Qui non c’è posto per lei.

– Temo che lei abbia sbagliato persona. Spero intanto che voglia presentarsi.

– Lasci stare, le ho detto. Si tolga da torno in fretta. – e riattaccò.

Non che fossi preoccupato da una telefonata in stile intimidatorio vecchio stampo, ma riferii a Carlo la faccenda, mentre camminavamo verso la trattoria prescelta.

Il mio amico reagì in modo diverso, sembrava allarmato:

– Hai qualche nemico? Ti è mai successo, prima?

– No, piuttosto a Viterbo, ho qualche amico. Ma non fanno scherzi del genere.

– E allora, qualcuno ti tiene d’occhio. Qualcuno che aveva il tuo nome, e che sa dove alloggi.

– Sì, ma, se pure mi tengono d’occhio, quale motivo dovrebbe spingerli a mettermi sull’avviso?

– Questo lo scopriremo solo vivendo, vecchio mio.

Quella storia non stava iniziando bene. Ero intenzionato a provare a divertirmi ma quest’ idea passò molto in fretta.

Non ho mai avuto un temperamento avventuroso e tanto meno posso considerarmi un uomo d’azione.

Una guerra tra alieni cattivi e umani incazzati andava bene per un romanzo di fantascienza, se ben narrata, con un minimo di tensione e qualche colpo di scena.

Sarebbe andata bene una storia del genere, forse, per un romanzo altamente drammatico.

Accadde molto altro e descrivere quel che seguì quella giornata di febbraio non mi riesce per nulla facile. Se invece volete considerare quel che leggerete alla stregua di un racconto di fantascienza, fate pure.**** segue.

LA TERRA INVASA DAI RETTILI, romanzo di 300 pagine, autore : Marco Caruso

madre rettiliana