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LEGGIAMO POCO, PERO’…

Gli Italiani leggono poco ma forse non hanno tutti i torti. Cerco di spiegare qui il perché!

Si sente dire spesso che la crisi del mondo editoriale italiano dipende dalla scarsa propensione alla lettura. Ovviamente, nessuno fa nulla per invertire tale presunta tendenza. Se entrate in una liberia, troverete una moltitudine di libri e altre pubblicazioni, e, specie nelle librerie più grandi, con grande varietà di generi e prezzi per tutte le tasche… O quasi, perché di solito si predilige l’aspetto della copertina e della rilegatura a scapito del contenuto e comunque, in un Paese in difficoltà economica come il nostro, i libri continuano a costare troppo. E’ possibile spendere mediamente, che so, 11-25 euro per un libro d’avventure dell’ennesimo autore di lingua anglo-sassone? Evdentemente no, visti i dati delle vendite. E se la qualità media degli scrittori proposti a livello internazionale dipende dall’abilità e dall’ispirazione di “scout” e agenti letterari, in casa nostra è praticamente impossibile pubblicare racconti e romanzi gialli, fantastici,  persino di fantascienza, nonostante i tentativi dell’Editrice Nord.

Come sostiene Fanucci, gli Italiani non comprano gli Italiani quando si tratta di certi generi letterari… Forse, e comunque sarà sempre così finché gli editori nostrani, abilissimi a organizzare convegni, mostre e stand, ma molto meno a ideare qualcosa che non sia la solita richiesta di questua al programma di sovvenzioni pubbliche, non sapranno ideare qualcosa di nuovo e soprattutto aprire agli autori giovani e non coinvolti con la canea politica che in cambio delle già citate sovvenzioni ovviamente sponsorizza i “propri” scrittori… Potete vederlo facilmente: a quasi ogni edizione di telegiornale, ad ogni ora del giorno e della notte, viene spesso presentato un libro di autore italiano sì, ma proveniente dal gruppo giornalistico di questo o quel giornale. Quindi, probabilmente, di provenienza politica. Provate a farvi assumere da un giornale, se non mi credete, poi ne riparliamo. 

Quindi, ad ogni Salone del Libro, dobbiamo credere ai piagnistei degli editori o no? Che diavolo vogliono se, oltre ad essere abbondantemente sovvenzionati dalla casse pubbliche considerando anche tutta la pubblicità che potete vedere nei quotidiani (sempre degli stessi editori e sempre di provenienza politica)l’unica preoccupazione che hanno è accaparrarsi la migliore visibilità nella libreria di turno?

Il loro problema principale, in realtà, è che la gente, il popolo, noi insomma, li abbiamo capiti e compresi da un pezzo. La scarsa qualità delle loro proposte e le inesistenti opportunità per chi sa scrivere di pubbicare in questo Paese, unitamente al costo sempre eccessivo rispetto alla qualità, gli tornano come un boomerang indietro con gli interessi: l’invenduto supera ogni previsione, il mercato langue, ed è fallito anche il tentativo di vendere i libri nei supermercati insieme alle patate e ai broccoli. Magari a peso. L’unico settore che tira è quello scolastico dato che gli scolari sono ostaggio delle scelte degli insegnanti e gli tocca acquistare praticamente a comando. Anche qui, sulla qualità dei testi proposti ci sarebbe da discutere. Tra l’altro, la speculazione la fa da padrone.Qualcuno dovrebbe spiegarmi come mai quando frequentavo le medie inferiori io, avevo dieci libri da comprare e consultare e oggi mio figlio ne ha venti! Persino educazione fisica pretende il suo bel testo pieno di disegni e foto (uno di quelli fatti meglio, a dire il vero) senza contare educazione artistica, musica eccetera. Tanto papà paga, compra un quotidiano e la pubblicità che contiene a 1 euro e se vuole andare a scovare un paio di titoli decenti il libreria, meno di trenta euro non scuce…  

Non temete, le cose non miglioreranno. L’editoria in questo Paese non è da tempo un mezzo per far soldi o per diffondere cultura e crescita morale e spirituale ma solo una delle stampelle del potere. Per lor signori internet è infatti un ostacolo, un problema da risolvere al più presto in quanto sia la televisione che l’editoria perdono importanza in maniera direttamente proporzionale al diffondersi delle linee veloci e delle tecnologie di condivisione dati. Le centinaia di migliaia di copie dei miei romanzi scaricate gratuitamente dall’ormai quasi estinto Misteritalia.it credo abbiano causato una certa perdita ai signori editori che avranno continuato anche per questo a non vendere la loro mercanzia almeno nel genere da me prediletto. Ora, se tante persone hanno impiegato carta ed energia elettrica per stampare un libro scaricato da internet pagando mediamente almeno 5-6 euro (il costo di duecento pagine da stampante, l’inchiostro della stampante stessa, oltre alla necessaria energia elettrica e la quota virtuale dell’acquisto dei mezzi hardware) invece di sborsare il triplo per l’offerta editoriale nella più vicina libreria, o su qualunque shop nella grande Rete, un motivo ci sarà…

O scrivo bene io, che non posso vantare nessuna raccomandazione per ottenere attenzione dai signori editori, oppure questi ultimi fanno male il loro lavoro. A me poco interessa. Non vivo di questo, scrivo lo stesso, e da questo blog generosamente ragalatoci da Mamma Telecom vi saluto e vi ringrazio per la soddisfazione che mi date nel leggere queste modeste note.