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Fiera del Libro 2008

Dopo aver polemizzato pro-contro la presenza dello stato di Israele e la dedica di questa ennesima edizione della Fiera torinese, speriamo che resti il tempo per parlare del libro in Italia e di ciò che rimane dell’attività editoriale nazionale. Ormai lo sanno tutti: il miglior introito per gli editori è rappresentato dalla pubblicità e dalle provvidenze economiche dello Stato. Segue l’obbligo dei genitori di acquistare i carissimi testi scolastici per i figli. I giornali li leggono e comprano davvero in pochi, i libri ancor meno. Se invece che fare lo scrittore per hobby mi fossi dedicato alla gastronomia (altra mia passione) avrei un ottimo secondo lavoro e mangerei meglio.  Poi, sfiga nella sfiga, mi vado ad appassionare proprio del giallo e dintorni… Non dimenticherò mai quando Fanucci, di Roma, editore di nicchia ma attivissimo, mi disse: ” Scrivi bene ma non sei straniero… Si sa che gli Italiani comprano solo gialli scritti all’Estero…” Cavolo, neanche ad inventarsi uno pseudonimo… ” No, i lettori mica sono scemi!”

Forse Fanucci aveva ragione ed infatti continuo a non pubblicare. Però cucino bene. E se scrivessi libri di cucina? Il nuovo Artusi… Potrei inventare il giallo gastronomico: scopri l’ingrediente assassino… La salsa tartara in incognito. Il gamberone scomparso è annegato nel caciucco. Il mistero della maionese impazzita. Indigestione o muori. Bah, tanto qui si vendono migliaia di Henry Potter comunque. Altro che indigestione. Ho deciso: apro una trattoria.